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Veniamo al mondo…

Veniamo al mondo per farci una risata. Dopo la prima, tutto il resto è omaggio.

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Le Opinioni…

…sono come i buchi di culo, ognuno ha il proprio.

Così dice un adagio anglosassone. Questo perché da sempre ogni indviduo (e sottolineo, individuo) ritiene sulla base dei propri studi, interessi, conoscenze ed esperienze di potersi fare un’idea più o meno buona sul mondo che ci circonda.

Tolto alcuni rari casi in cui questa idea è oggettiva (e, credetemi, lavorando in ambito scientifico questi casi all’atto pratico sono molto meno di quel che si pensi), in tutti gli altri si tratta però di opinioni, ovvero di un qualcosa che è valido solo per chi lo possiede.

Sembra però che sia sempre più in voga la necessità impellente di far valere le proprie opinioni, che di solito significa rompere le scatole al prossimo per imporgliele. Questo denota sia scarsa fiducia nel prossimo (che se è giunto alle sue opinioni lo avrà fatto a ragion veduta) che in noi stessi (perché se abbiamo tutto questo bisogno di convincere gli altri che abbiamo ragione forse è perché in fondo sappiamo di non averne).

È inoltre un insulto al buon senso e all’obbiettività, proprio perché un’opinione, in quanto tale, è meravigliosamente soggettiva, frutto dei nostri studi (e di quello che ne abbiamo capito), delle nostre esperienze e anche delle nostre aspettative – che non di rado falsano il nostro giudizio in favore di quello che vorremmo che fosse la realtà.

Perché mai dovrei convincere qualcuno a votare chi voto io, mangiare quel che mangio io, bere quel che bevo io o vivere la vita come la vivo io?

Ognuno pensi al suo buco. Davvero. Ciò che può davvero dare valore alle nostre opinioni siamo noi, non viceversa.

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Un Negromante…

Un negromante è solo.
Due negromanti sono fratelli.
Tre negromanti sono un problema.

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Chi allo spettacolo…

Chi allo spettacolo delle deficienze degli umani rapporti, e della nullità, dell’inversione, della corruzione regnanti fra gli uomini si lascia cadere le braccia, e va fuori dei gangheri e si lagna della malvagità dei tempi, non è uomo. Appunto nella tua capacità di scorgere i difetti degli uomini è insita una sacra missione di renderli migliori.

Se già tutto fosse come dovrebbe essere, non ci sarebbe punto bisogno di te nel mondo, e tu avresti potuto benissimo restare in grembo al nulla.

Rallegrati che non tutto sia ancora come dovrebbe essere, sì che tu abbia da lavorare e possa renderti utile a qualche cosa.

(J. G. Fichte)

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agosto 4, 2013 · 6:47 PM

Quando Morirò 1

Al mio funerale non voglio che la gente pianga. Non mi piacciono gli ubriachi tristi.

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